GITA AL FARO di Virginia Woolf
1914. La signora Ramsay, serena e materna. Il signor Ramsay, brusco e severo. Insieme a loro, in vacanza sull'isola di Skye, ci sono gli otto figli e una nutrita schiera di amici. Una sera programmano una gita al Faro. Per James, il figlio piú piccolo, quel faro lontano rappresenta una meta magica e sconosciuta, un luogo a lungo sognato. Ma trascorreranno dieci lunghi anni prima che i superstiti della famiglia Ramsay realizzino quel desiderio in una giornata che farà riaffiorare ricordi mai dimenticati e si trasformerà in un ultimo tentativo di riconciliazione. A partire da un episodio all'apparenza insignificante, Virginia Woolf costruisce un romanzo profondo e straordinario, un viaggio nel cuore di una famiglia, tra conflitti sotterranei, alleanze e tensioni che sopravvivono nel tempo. Un esperimento letterario, un'elegia ai fantasmi dell'infanzia, un caleidoscopio di punti di vista e pensieri restituiti in tutta la loro struggente poesia.
RECENSIONI
Gruppo lettura
11/7/2025



RECENSIONI
Un libro che rappresenta un viaggio però percorso in maniera atipica, perché non vi è la classica trama. È un percorso che consta di tre parti: la prima "alla finestra" in cui l'autrice ci mostra una famiglia e i loro amici in una villa della Scozia, illuminata dalla luce di un faro e accarezzata dalla brezza del mare. Non li conosciamo perché ci vengono descritti ma perché la penna entra ed esce continuamente da ognuna delle loro menti. Si salta da una persona all'altra velocemente, si ascoltano i pensieri, le emozioni, le sofferenze di tutti. Alla fine hai davanti una storia senza una storia, ma sei incuriosito perché ti chiedi tutto questo dove ti porterà. La seconda parte "Il tempo passa" è stato il mio preferito, un capitolo di transizione. La famiglia abbandona la villa, passano dieci anni. E mentre la casa si logora e si rovina, tutte le loro vite cambiano. Infine la terza parte "Al faro" dove alcuni personaggi si incontrano nuovamente nello stesso luogo di dieci anni prima e chiudono finalmente un cerchio che era rimasto aperto. Sicuramente non è un libro per tutti, né da leggere in qualunque momento. Richiede dedizione, richiede concentrazione. Un libro che parla della vita, così come una casa illuminata da un faro, da luci e ombre.
[RECENSIONE A CURA DI SILVIARKI]
Da “AI Overview” :
Ecco che finalmente sono riuscita a leggere il famoso romanzo di Virginia Woolf, "Gita al faro". Talmente famoso che molti tendono a iniziare proprio da esso e sono contenta di non averlo fatto e questo perché, a mio gusto personale, non rientra tra i migliori che ho letto. Mi ha lasciata una sensazione di incompletezza con un messaggio che non sono riuscita a captare nel suo insieme. Tra le tre parti che compone l'opera ho amato la parte centrale in cui fa da personaggio la natura, che si impossessa del tempo e della materia, natura viva e piuttosto ostile ma immensamente bella. Questa parte l'ho trovata molto poetica e anche godibile come lettura. Ciò che ho apprezzato meno in essa è come l'autrice ha gestito l'inserimento dei fatti avvenuti nel tempo come per esempio la morte della signora Ramsay o di Prue, che vengono intercalati tra una descrizione e altra tra parentesi quadre. Ora non so se è una scelta editoriale della mia edizione o il volere della Woolf ma personalmente l'ho trovato poco armonico. Magistrale il flusso di coscienza della prima parte ricco di dettagli che l'autrice riesce a portare avanti, tuttavia un flusso di coscienza abbastanza "elementare" a mio avviso- infatti si seguono tranquillamente i pensieri intercalati dei vari personaggi. Molto bella anche la terza parte, con un finale che sa di un cambio di prospettiva e molto simbolico per come l'ho interpretato, sembra quasi che l'intera storia sia il quadro finalmente finito di Lilly Briscoe ma anche l'atto creativo dell'opera in sè.
I temi trattati sono molti, quello che più mi ha colpita e che l'ho trovato molto incisivo e ben descritto è quello della nostra vita interiore, c'è un bellissimo passaggio in cui si parla della signora Ramsay, figura misteriosa per questa sua duplice vita interiore ed esteriore, in cui si dice che siamo immersi in pozzo oscuro, profondo ma ogni tanto saliamo in superficie e questo rappresenta ciò che gli altri sanno di noi. Anche il romanzo stesso gioca non tanto sui fatti veri e proprio, essendo esente quasi di trama e nemmeno su dialoghi ma su profondi monologhi interiori. Ha anche una sottile vena macabra, crudele, con James che in più occasioni ha pensieri omicidi sul padre, pensieri piuttosto violenti. Lascia un senso di tristezza e nostalgia.
Riassumendo, mi è piaciuto molto ma non moltissimo, me lo aspettavo più armonioso e a tal proposito non posso non nominare "Le Onde", scritto qualche anno dopo dove regna l'armonia perfetta, poesia vibrante e un flusso di coscienza davvero magistrale.
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